L'intervista, Ambiente  |  maggio 4, 2021

Dagli antichi gesti della nonna alle nuove emozioni dei bambini

Intervista a Solange Farinati, la prima del gruppo Thrashed Abetone Montagna Pistoiese 2021 a tenere lezioni all’istituto Omnicomprensivo di San Marcello. Il racconto della sua esperienza. Dalla regola delle "tre r" - riduci, riutilizza e ricicla – alla filosofia del “non butto via perché potrebbe servire”. I ragazzi che vivono in montagna più abituati a mettere in pratica questi comportamenti

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Solange Farinati è stata la prima del gruppo Thrashed Abetone- Montagna Pistoiese 2021 a tenere le sue lezioni all’istituto Omnicomprensivo di San Marcello: lunedì 26 aprile, presso la scuola secondaria di primo grado di Cutigliano e mercoledì 28 nella scuola primaria di Maresca.  Ecco il resoconto dell’intervista su questi due primi incontri

Vorrei mi spiegassi meglio il tema che hai trattato durante il tuo intervento…

“Beh, innanzitutto ho presentato il progetto Thrashed Abetone- Montagna Pistoiese 2021 ai ragazzi, facendo capire loro che si tratta di un’iniziativa promossa sostanzialmente da un gruppo di amici che hanno in comune la passione per la montagna. Dopodiché ho parlato della Regola delle tre R: riduci, riutilizza e ricicla; mi sono concentrata in particolar modo nel raccontare alcuni piccoli gesti che ho imparato vivendo con mia nonna, che mi ha trasmesso la filosofia del “non lo butto, perché potrebbe servire”.

Qual è uno di questi piccoli gesti che hai appreso da tua nonna e di cui hai parlato ai ragazzi?

“Ho raccontato loro, per esempio, che lei, quando mi faceva un regalo, non mi permetteva di strappare la carta. Io rimuovevo con attenzione lo scotch e lei si riprendeva la carta, la appiattiva accuratamente e la riutilizzava”.

Questa è davvero una cosa intelligente da fare, ma completamente perduta; e la reazione dei bambini alla tua presenza come ti è sembrata?

“Mi sono sembrati tutti molto attenti ed entusiasti. Soprattutto i ragazzi della scuola primaria hanno tenuto molto a raccontarmi le loro opinioni e anche i gesti di riutilizzo e riciclo che compiono quotidianamente. Alla scuola secondaria di primo grado è stato molto bello, perché ho potuto tenere la lezione in presenza, in uno spazio aperto. Per questo mi sono portata dietro il cane e i ragazzi subito hanno riconosciuto che si trattava di quello presente nel video di presentazione di Thrashed Abetone- Montagna Pistoiese 2021; hanno pensato che fosse una sorta di mascotte e mi hanno chiesto se sarebbe stato con noi anche il 4 luglio. Io ho risposto di sì, non mi sentivo proprio di deludere questa loro aspettativa”.

Molto divertente! Oltre a questo che mi hai appena raccontato c’è stato qualche altro episodio che ti ha colpita particolarmente?

“Sì, quello che è successo alla scuola primaria mi ha veramente emozionata. Mentre parlavo a un certo punto un bambino si è alzato ed è uscito. La maestra l’ha seguito e dopo poco sono tornati e mi hanno spiegato perché il piccolo si fosse allontanato: mentre stavo raccontando che mia nonna non buttava mai via i barattoli di vetro e li conservava per fare le marmellate o la pomarola, lui si era sentito così tanto in colpa da piangere, perché sua mamma al contrario, avendo la casa molto piccola, butta tutto via. Io ho cercato di rassicurarlo, facendogli capire che il fatto stesso che si fosse emozionato lo rendeva una persona speciale e particolarmente sensibile alle tematiche ambientali”.

Veramente un bell’episodio. Senti, sapresti dirmi come mai secondo te è utile fare educazione ambientale nelle scuole?

“E’ utile perché i ragazzi sono sensibili, loro imparano tutto, sono come spugne e quello che apprendono lo trattengono per tutta la vita. In più a quell’età non si vergognano di nulla, per cui se capiscono che un comportamento è sbagliato e lo vedono fare a qualcuno non si creano problemi a farsi avanti nel farlo notare: se il bambino vede un’ingiustizia la denuncia. Per questo secondo me loro devono essere i nostri messaggeri, perché sono sicuramente i migliori a trasmettere e diffondere quello che apprenderanno dalle nostre lezioni. Infatti ho fatto costruire loro anche una sorta di imbracatura, riciclando le bottiglie di plastica che avevano in casa, che servirà per il 4 luglio, quando verranno ad aiutarci per la raccolta rifiuti e saranno così i nostri supereroi del bosco”.

L’ultima domanda: si sente dire molto spesso che non c’è speranza con questi giovani d’oggi, dopo questi incontri ravvicinati che hai avuto con i ragazzi delle scuole, sei d’accordo con questa affermazione?

“Direi di no. Anzi sono contenta, perché mi sono accorta che i ragazzi già sanno e già fanno molte cose che avevo intenzione di insegnare. Io avevo pensato appunto di far costruire loro questa imbracatura da supereroe ecologico, riciclando bottiglie di plastica che trovavano in casa, anche per dimostrare che loro non avrebbero avuto difficoltà a trovarne, perché immaginavo che le loro abitazioni ne fossero stipate. Questo invece non è avvenuto, perché molti già non le utilizzano. Inoltre ho notato che i ragazzi che vivono in alta montagna conoscono e portano ancora avanti i piccoli gesti di riutilizzo e riciclo che mi ha insegnato mia nonna. Ad esempio, quando ho parlato della carta regalo, alcuni ragazzi che vivono nei pressi dell’Abetone mi hanno detto che, siccome da loro non c’è una cartoleria a portata di mano, spesso la riutilizzano, come si faceva un tempo. Tutto ciò mi ha fatto davvero piacere e mi ha trasmesso molta speranza”.


La Redazione

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