After all is basketball, Sport & tempo Libero  |  agosto 31, 2018

Pistoia Basket,il fascino di mille scommesse

Si parte da Oriora, il nuovo main sponsor. Dopo un'estate difficile e tanti timori sul futuro dei biancorossi, la squadra allestita ha una logica: "starting five" forte e una panchina italiana di giovani con grandi motivazioni. Restano ovviamente, come ogni stagione, molti interrogativi. A coach Ramagli cercare le risposte giuste. Ma i primi piccoli segnali sono incoraggianti

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I saluti fra giocatori e tifosi al primo raduno del Pistoia Basket

PISTOIA – Ci siamo quasi, via. Siete riposati, pronti e carichi per l’inizio della nuova stagione? Io ne ho una voglia matta. Sono sincero, patisco il limite oggettivo del nome del nuovo main sponsor, troppe “erre” mosce per tifare a modo, per quelli come Renzo Arbore, Maria De Filippi, Gad Lerner e me sarà un continuo incepparsi, ma in qualche modo farò il tifo anche io.

Un’estate non semplice

Fuor di battuta, non deve essere stata un’estate semplice nella stanza dei bottoni. Prima il cambio tecnico in panchina, poi scelte oggettivamente coraggiose nel costruire la batteria italiani, la capacità – va riconosciuta – di mantenere i nervi saldi quando le settimane passavano e lo sponsor non arrivava, infine la chiusura di un roster che, almeno a pelle, sembra più che dignitoso, soprattutto se considerato il budget e le crescenti difficoltà di mercato.

La squadra ha un senso

La squadra, insomma, sembra avere un senso. La logica di fondo è limpida, mi pare. E’ noto, infatti, che, visto il tot di presenze italiane obbligatorio per regolamento, il costo dei vari Cusin, Cervi, ma anche degli stessi Gaspardo, Laquintana e soci è oggettivamente schizzato alle stelle. Credo che la domanda di fondo, al netto del politicamente corretto, sia quindi stata se la differenza di impatto nella partita tra Magro e Severini, piuttosto che tra Laquintana e Della Rosa – ma l’esempio lo potete estendere a tutti – potesse giustificare un impegno di budget importante per quei giocatori che, almeno a palla ferma, partono dalla panchina.

Starting five buono e una scommessa in panchina

La domanda, probabilmente, è stata se non fosse preferibile puntare forte sullo starting five, spendendo di più e meglio per gli USA – evitando di ingaggiare un altro Bond, tanto per esser chiari – e trovando comunque minuti di qualità da giovani leoni vogliosi di fare strada. Ecco, dunque, spiegato un quintetto che – almeno a fine agosto, poi si vedrà – piace molto ed una panchina che probabilmente rappresenta la vera scommessa della stagione.

Restano tante possibili domande

Ovviamente, non è così semplice e lineare, non è tutto bianco e nero. Si possono infatti porre una serie di domande interessanti. Il quintetto funzionerà? Sarà una squadra più tecnica o più atletica? Davvero i giocatori hanno tutti la giusta flessibilità per coprire un doppio ruolo? Quanti minuti di qualità potranno garantire i giovani? A volte mi domando se ci sia qualcuno che ha davvero certezze su tutti questi interrogativi.

Il “caso” Ed Daniel

Per spiegare il mio punto di vista sulla squadra, parto da Ed Daniel. Vi ricordate capellone? Un giocatore oggettivamente inguardabile, dalle grandissime capacità atletiche ma poca cosa sul piano tecnico. Eppure, da noi è stato un fattore. In quel contesto particolare, con quei compagni che aveva intorno, con quella chimica perfetta che, da metà stagione in poi, cominciò a funzionare, anche lui è stato devastante. Poi, partito da Pistoia, non ha impressionato granché, perché i limiti erano evidenti e sono rimasti tali. Eppure, con gli ingredienti giusti e con un grande allenatore come Paolo Moretti, anche un modesto Daniel è diventato un vero leone.

Più ottimismo di qualche mese fa

Tutto questo per dire che non è questione di sbilanciarsi o meno, in una stagione ci sono talmente tanti fattori che è difficilissimo fare previsioni. Certamente, son sincero, a maggio ero decisamente meno positivo. Oggi vedo un onestissimo Ramagli che – concedimi la battuta, coach – tra un rosario di moccoli e l’altro ci sta mettendo l’anima. Vedo un gruppo di ragazzi che ha cominciato ad allenarsi con serietà. Abbiamo una guardia che, se torna quella dei tempi di Varese, potrebbe fare una grande stagione, almeno metà con noi, ma questo è un altro discorso che eventualmente affrontiamo più avanti. Abbiamo ragazzi giovani, a cui prometto pazienza ma non garantisco indulgenza, perché la poca esperienza è un dato oggettivo ma non potrà mai essere un alibi per nessuno. Abbiamo una grande tifoseria, nonostante una vera e propria tempesta di acqua eravamo tantissimi al raduno.

Non resta, dunque, che aspettare le prime amichevoli per qualche impressione in più. Non vedo l’ora.


La Redazione

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