I consigli del medico  |  aprile 24, 2018

Cefalea, quel dolore alla testa così diffuso e fastidioso. E che può diventare insopportabile

Questa sindrome dolorosa può essere episodica o cronica. Le idiopatiche e le secondarie. Le condizioni per effettuare una diagnosi corretta. L’emicrania rappresenta il tipo più frequente di cefalea primaria. La necessità di una diagnosi corretta per impostare una efficace terapia sintomatica e/o di profilassi





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Le cefalee idiopatiche sono sindromi dolorose della testa temporalmente distinte in episodiche e croniche. Esse interessano circa il 13-20% della popolazione e studi epidemiologici confermano che quasi l’intera popolazione ha sperimentato almeno una volta nella propria vita un episodio di cefalea.

Cefalee idiopatiche o secondarie

La Società Internazionale delle Cefalee nel 1988 ha pubblicato la prima Classificazione delle cefalee idiopatiche e secondarie poi aggiornata nel 2004, la più recente nel settembre del 2013. In questa Classificazione le cefalee secondarie possono essere dovute alle seguenti condizioni cliniche: traumi del cranio e/o cervicale, disturbi vascolari cranici o cervicali, uso di sostanze o alla loro sospensione, infezione, disturbi dell’omeostasi, dolori facciali attribuiti a disturbi del cranio, del collo, degli occhi, dei seni paranasali, dei denti, della bocca o di altre strutture facciali o craniche e infine disturbi psichiatrici.

Condizioni per la diagnosi: secondaria

Per porre diagnosi di cefalea secondaria bisogna dimostrare: la presenza di una condizione o patologia causale; che la cefalea si manifesti in stretta relazione temporale con la patologia e/o la condizione di cui sopra e/o altra evidenza di causalità; miglioramento o scomparsa entro 3 mesi (o per periodi minori in alcuni casi) dall’eliminazione o dalla remissione spontanea dei fattori causali.

Le cefalee secondarie, diversamente da quelle idiopatiche, sono diagnosticabili attraverso esami radiologici e/o di laboratorio e usufruiscono, a seconda della causa, di corretti approcci terapeutici specialistici.

Condizioni per la diagnosi: idiopatica

La classificazione delle cefalee idiopatiche si basa esclusivamente sulle caratteristiche cliniche e temporali delle varie forme di cefalea. Le cefalee primarie comprendono: l’emicrania con e senz’aura, la cefalea tensiva sia nella forma episodica che in quella cronica, e le cefalee autonomiche trigeminali la cui forma più frequente è la cefalea a grappolo. Tra le forme primitive, sebbene la cefalea tensiva sia la più frequente (60% circa), solo l’emicrania e le cefalee autonomiche trigeminali richiedono l’intervento medico sia in urgenza che nelle strutture specialistiche.

Emicrania la più diffusa

L’emicrania rappresenta il tipo più frequente di cefalea primaria ed è altamente invalidante per tutta la durata della crisi, che può variare da 4 a 72 ore. L’intensità del dolore, i sintomi neurovegetativi di accompagnamento (nausea, vomito, fono e fotofobia) e la scarsa risposta ai farmaci sintomatici (spesso auto prescritti) inducono spesso i pazienti a rivolgersi ai pronto soccorso ospedalieri per risolvere non solo il dolore e i sintomi di accompagnamento ma anche, nelle crisi particolarmente violente, per essere rassicurati sulla benignità della crisi stessa.

La diagnosi

Nei centri specializzati per la diagnosi e la cura delle cefalee idiopatiche l’approccio al paziente con cefalea è quasi esclusivamente di tipo clinico in quanto non esistono esami strumentali e/o di laboratorio che possano permettere di diagnosticare questa patologia. Un’approfondita anamnesi generale e un accurato esame clinico sono spesso gli unici strumenti necessari per porre una diagnosi corretta ed impostare una corretta terapia sintomatica e/o di profilassi, in accordo con le Linee guida diagnostiche e terapeutiche delle cefalee.

La profilassi che non risolve

Sebbene le cefalee primitive rappresentino uno dei più vasti campi di ricerca nell’ambito del dolore idiopatico, le ipotesi patogenetiche nel determinismo e nel mantenimento dell’attacco sono molteplici e non sempre concordanti. Infatti i trattamenti sintomatici e/o di profilassi, utilizzati a correggere la disfunzione sottostante ad una delle varie ipotesi patogenetiche, frequentemente non danno il miglioramento clinico atteso dal paziente e dal medico.

I pazienti emicranici infatti si caratterizzano per una lunga storia di peregrinazione fra una struttura specialistica e l’altra allo scopo di veder risolto definitivamente il loro problema. Uno dei motivi della scarsa efficacia dei trattamenti sembra essere stato individuato nelle comorbilità che in molti casi si associano alle cefalee primarie.

Le patologie che si associano alle cefalee

Le comorbilità più riscontrate sono le seguenti: depressione, ansia, ipertensione arteriosa, malformazioni del cuore, malattie metaboliche (ipo-iperglicemia), epilessia, malattie endocrine, malattie dei grossi vasi etc.

La presenza di altre patologie non è la causa diretta della cefalea ma influisce sulla sua frequenza, intensità, durata e sulla risposta ai trattamenti farmacologici

Come ottimizzare i trattamenti terapeutici

La complessità della gestione del paziente cefalalgico richiede dunque oltre ad un approccio specialistico anche pertinenze appropriate alle varie comorbilità che se, opportunamente coordinate, ottimizzano i trattamenti terapeutici. La realizzazione di percorsi diagnostici terapeutici che tengano conto dello stato di salute globale del paziente cefalalgico potranno sicuramente portare ad una ottimizzazione dei trattamenti e ad un netto miglioramento della qualità di vita.

Dott. Umberto Pietrini, già responsabile del Centro cefalee dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze e collaboratore del Centro cefalee della clinica medica generale di Careggi (Firenze);

Prof. Marco Ricca, direttore sanitario di Koinos.


Marco Ricca

Laureato in Medicina e Chirurgia, è stato assistente ordinario in Patologia e in clinica medica all’Università di Firenze, successivamente Primario medico negli Ospedali di Cortona, Fiesole, Camerata e infine nell’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze. Libero docente in Semeiotica medica, è specialista in cardiologia, gerontologia e geriatria e pneumologia. E’ stato consulente cardiologo alla Fondazione Turati di Gavinana ed attualmente è Direttore sanitario del Centro Sanitario Pistoiese Koinos della stessa Fondazione, a Pistoia.