After all is basketball  |  marzo 13, 2018

The Flexx, una noia infinita

La pesante sconfitta a Cantù riporta al centro vecchi argomenti. Ci sono alibi per la sconfitta di domenica, soprattutto un avversario troppo più forte e qualche fischio arbitrale fantasioso. Ma che dire della (non) difesa, della marea di liberi sul ferro e di qualche scelta di gioco bizzarra? 59 punti subiti a metà gara e 106 alla fine sono pesanti. Senza quasi neppure un sussulto. E adesso due impegni casalinghi molto complicati

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Il play Laquintana, migliore in campo del Pistoia Basket nella gara persa a Cantù

PISTOIA. Non so quanto abbiate seguito, o vi abbia appassionato, la campagna elettorale appena conclusa, personalmente la ricorderò per sempre per le prese di posizione di Sgarbi contro il Movimento 5 Stelle. Non so se avete presente, diciamo che non ci è andato leggerissimo, tra prese per i fondelli e giudizi taglienti al limite dell’insulto ed a volte anche ben oltre. Ecco, oggi che devo scrivere della trasferta di Cantù la tentazione forte è quella di attingere a piene mani dal grande bagaglio di provocazioni del Vittorione nazionale.

Mai una sorpresa

Esagero? Certamente sì. Vi prego, però, mi si risparmi la predica, so chi siamo, so cosa vogliamo, so che ci bastano altre due vittorie, so tutto. La mia non è nemmeno arrabbiatura, credetemi, la mia è vera e propria noia. Insomma, mai un sussulto, mai l’illusione – almeno quella! – che una volta ci possa scappare una sorpresa, nulla di nulla. Che palle, concedetemelo!

Ecco spiegata la tentazione di fare un po’ d’ironia. Mi torna in mente il video in cui Sgarbi ha consigliato l’immagine di Di Maio come potente lassativo, la tentazione di prendere spunto per raccontare la trasferta di Cantù è davvero fortissima. Non un argomento particolarmente tecnico, lo riconosco, ma almeno si sorride.

Salvarsi certo però…

Vi prego, non tormentatemi. L’importante è la salvezza, lo so! Io ero in tribuna in serie C, figuratevi se dovete spiegare a me quanto è importante non scendere dal treno. Un “che barba, che noia” me lo dovete concedere, anche perché Pesaro e Capo d’Orlando sono talmente poca cosa che per retrocedere bisogna mettersi d’impegno. Via, ragazzi, è la verità! Potete fare tutti gli scongiuri del caso, la verità è che salvarsi è fondamentale ma non renderà memorabile la stagione.

Dopodiché, sui motivi e sulle scusanti che oggettivamente devono essere riconosciute a dirigenza, staff e giocatori siamo tutti d’accordo. Sono verità, non alibi, l’ho sempre scritto e lo credo, inutile ribadire cose già dette e su cui tutti ci siamo già fatti una precisa opinione. Pretendere di più, però, pretendere un sussulto, dal mio punto di vista è una forma di rispetto. Insomma, ad un ragazzo intelligente puoi concedere una gaffe ogni tanto, non ti aspetti una gaffe ogni domenica, non so se mi spiego.

Ci si può aspettare di più

Io dico che da questi americani, eccezione fatta per Bond, ci si può aspettare di più, eppure i migliori in campo, troppo spesso, sono italiani, anche a Desio solo Laquintana, Gaspardo e Mian hanno meritato la sufficienza piena. Io dico che 59 punti subiti in 20 minuti sono troppi, senza con questo voler sottovalutare l’oggettivo gap tecnico tra i due roster. Non sottolineare che esiste un problema difensivo significherebbe ritenere i giocatori dei veri e propri somari, cosa che non reputo affatto essere. Non so, non ho mai giocato in serie A, ma credo che essere trattato con indulgenza anche in occasioni come queste mi farebbe quasi più male che subire una contestazione.

A Varese concessi 65 punto a Cantù 106…

Ma poi, mi domando, possibile siano gli stessi giocatori che hanno tenuto a quota 65 Varese? Il sospetto che, contrariamente a quello che predica il coach, contrariamente al suo credo ed al suo DNA, qualcuno in campo abbia battezzato la sfida come persa in partenza è fortissima.

Riflettendoci meglio, però, mi rendo conto che nel terzo quarto siamo tornati due volte a meno 8, rivedo la partita e mi accorgo che qualcuno ci ha provato davvero fino in fondo, allora sinceramente non capisco.

Mi arrendo, non capisco

Ragazzi, io non vi capisco. Mi arrendo, smetto di provare a spiegare le vostre prestazioni. Certamente Cantù era molto più forte, sicuramente qualche fischio arbitrale è stato fantasioso, però 100 punti subiti, una marea di liberi sul ferro, qualche scelta di gioco quantomeno bizzarra paiono francamente dati oggettivi. Mi arrendo, non so più che scrivere.

E adesso due gare molto difficili

Chiudo allora ricordando che adesso ci aspettano due turni casalinghi difficilissimi, prima Reggio e poi Venezia. Contro i campioni ci vorrebbe un miracolo, contro i grissini sarà difficile ma non è impossibile. Vinciamo, chiudiamo il discorso salvezza e voltiamo pagina il più in fretta possibile.


La Redazione

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