After all is basketball  |  novembre 13, 2017

THE FLEXX, una vergogna senza precedenti

Analisi del naufragio del Pistoia Basket a Reggio Emilia (sconfitto con un passivo di 48 punti). Tante difficoltà e imprevisti fin dall'inizio della stagione hanno complicato tutto ma non bastano a spiegare l'involuzione. Al Palabigi una difesa inesistente, una miriade di appoggi a canestro non riusciti, esterni che si buttano nella mischia e si palleggiano sui piedi: una squadra senz'anima e una partita allucinante. E domani conferenza stampa del presidente e di coach Esposito

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PISTOIA. Vergognatevi. Punto. La tentazione è di aprire e chiudere il pezzo con questa parola, senza stare qui a sprecare tempo a commentare una gara indecorosa. Andate a lavorare, quanta voglia di urlarlo a squarciagola. Si tranquillizzino giocatori, staff, familiari, compagne, mogli e fidanzate, non succederà, nessuna contestazione vera.

Ridateci Michele Antonutti

L’amarezza, però, resta. Ridateci Michele Antonutti, altro che discorsi. Il Capitano, quello che ha giocato e sopportato critiche scendendo in campo anche con una spalla fuori posto, quello che tanto è servito nello spogliatoio come vero leader della scorsa stagione. Ridateci Lombardi, brutto come pochi tecnicamente ma bestia vera nella metà campo difensiva, quanto ci manca anche il buon Eric. Ridateci un lungo vero, ridateci l’asse play-pivot e fate giocare Ronnie come regista, quello è il suo ruolo ed è quello che meglio sa fare.

Un po’ di domande sul roster attuale

Ma davvero Kennedy è stato il primo colpo di mercato? Ma davvero Gaspardo è nel giro della nazionale? Ma davvero Mian è tutto qui? Ma davvero si è preso un play senza punti nelle mani – parlo di Gordon – per sostituire il cecchino infortunato, sacrificando l’ultimo visto utile? Ma davvero si può considerare Sanadze come un giocatore da quintetto base?

La storia dell’asticella

Già immagino qualche amico: o non eri tu quello che diceva che l’asticella era stata effettivamente alzata? Questo stanno pensando in molti, leggendomi. Allora, detto che della famosa asticella, come ha sintetizzato con malizia ma in maniera molto efficace una mia amica, non è da chiedersi se è stata alzata o abbassata, ma piuttosto dove è stata messa, sul punto voglio fare chiarezza una volta per tutte, almeno dal mio modesto punto di vista.

Rispetto al solito mercato estivo dove, regolarmente, è sempre stata smembrata una squadra per riempirla di rookie e scommesse, alzare l’asticella non ha mai – sottolineo, mai! – significato chissà cosa, ma ha semplicemente voluto dire ripartire non da zero, come tutti i mesi di luglio da anni a questa parte, ma da quattro certezze. Queste quattro certezze corrispondevano al nome di Ronad Moore e Daniele Magro, ad entrambi è stato dato il ritocchino all’ingaggio, Czyz, sulla cui grande sostanza si è puntato – e speso – in maniera forte, e McGee, su cui si è speso tantissimo. Intorno a questo nucleo, poi, sono state fatte le solite scommesse. Le cose, come noto, non sono andate bene, ma il ragionamento di fondo non è difficile da capire.

Qualche spiegazione sulle difficoltà di oggi

Ora, al di là dell’asticella alzata o non alzata, alcune cose sono certe: le vicende di McGee e Czyz in primis, alle quali si aggiunge la difficoltà di un Moore che probabilmente patisce l’assenza di un lungo vero da servire, di un Magro che è lontano parente del buon giocatore che è stato lo scorso anno e che – ma si sapeva – può essere un buon soldatino ma non sarà mai il leader che mangia il ferro. Attorno a questo, poi, probabilmente le scommesse stavolta non sono state azzeccate. Il reparto italiano sembrava buono, ma oggi si salva solo Laquintana per la garra difensiva, i due Usa sotto canestro fanno un misto tra la pena e la tenerezza, sul georgiano mi limito a sperare che abbia pronta la valigia.

Resta la vergogna di Reggio Emilia

Questo è il quadro, ma – ovviamente – non è sufficiente a spiegare lo schifo, mi si perdoni il francesismo, visto a Reggio Emilia. Una vergogna senza precedenti.

Qualcuno penserà, invece, che il precedente c’è stato, sempre contro i grissini e sempre meno 48, qualche anno fa in LegaDue. Occhio, però, quella Reggio Emilia era prima in classifica e viaggiava a mille all’ora. Più che altro, quella Pistoia basket incappò in una giornata nerissima, ma era comunque competitiva e, soprattutto, era composta da giocatori come Bobby o Fiorellone, ovvero giocatori di categoria e soprattutto con tanti attributi sotto il pantaloncino. Non mi pare un parallelismo azzeccato, ecco.

Fra dramma e comicità

La cosa a tratti comica ed a tratti drammatica della partita di sabato scorso, in verità, è che, per i primi otto minuti, non solo siamo stati in partita, ma abbiamo tutti avuto l’impressione che Reggio giocasse davvero male. Non voglio spingermi a dire che giocasse peggio di noi, ma certamente molto male. Sembrava una sfida alla portata, non stavano giocando da marziani. Dopodiché, il buio assoluto.

Sei punti nel secondo quarto. Tre di valutazione al 19esimo minuto. Più palle perse (11) che tiri dal campo realizzati al riposo lungo. Dieci di valutazione complessiva a fine partita. Senza i tre tiri liberi di Federico, a tempo scaduto e per un fallo inutile, sarebbero stati 39 punti in 40 minuti. Vergognatevi.

Una partita fra “Scoiattoli”

Onestamente, più che una sfida di serie A è sembrata una partita tra scoiattoli, quelle in cui ti capita di assistere a punteggi assurdi perché una delle due squadre schiera bimbi un po’ più cresciutelli o avanti nella preparazione tecnica, ed allora l’unico vero interrogativo è se fa bene il coach avversario a mettere in panca quelli più bravi per cercare di contenere l’umiliazione dei cuccioli avversari oppure se deve rispettare gli avversari continuando come nulla fosse. Sembrava un qualcosa del genere, mentre mi scorreva davanti la partita.

Una gara allucinante

Siamo seri, ragazzi. Pick’n roll dei reggiani con passaggio schiacciato e due punti facili del bloccante che si è aperto tagliando verso il canestro, quanti se ne deve subire prima che i lunghi comincino a difendere? Caspita, almeno provate a picchiare! Macché, niente da fare! Appoggi a canestro non riusciti in quantità, esterni che si buttano nella mischia e si palleggiano sui piedi, ma scherzate? La partita più allucinante mai vista da queste parti, sono d’accordo.

Il ruolo di Esposito

Qualcuno, lo si legge sui social, punta il dito anche contro Vincenzo Esposito, la cosa è inevitabile e, per certi versi, pure comprensibile. Il coach ha chiesto scusa ed ha chiesto pazienza e tempo per lavorare. Ora, personalmente non ho mai fatto mistero di avere un debole per Vincenzino, ho sempre pensato e tuttora penso che sia non solo un grande allenatore, ma anche un grandissimo istruttore, soprattutto verso i più giovani.

Detto questo, anche lui sicuramente non è esente da colpe. Se Crosa non gioca a Pistoia c’è un motivo, com’è vero anche che il budget lo definisce la società ma la squadra la crea il coach e questo succede sia quando si prende Kirk, sia quando si prende Bond. Pensare diversamente, mi sia perdonata la frecciata, significherebbe sopravvalutare parte della nostra dirigenza.

Dunque, anche il coach può essere messo nel mirino della critica, tuttavia sono tra quelli che si fidano di lui, Vincenzo ha maturato tanto credito ed è giusto confidare nelle capacità dello staff tecnico di uscire da questa palude. Oltre a questo, tanto per esser chiari, il problema si pone, solo se il coach – Dio non voglia, magari più avanti – decidesse di dimettersi. Domanda da cento milioni, chi si ingaggerebbe, nel caso? Detta meglio, chi dovrebbe esser così matto da sedersi su una panchina del genere a guidare questa armata Brancaleone? Non certamente un allenatore affermato, dunque perché dovremmo sperare di dover cercare una scommessa anche nella guida tecnica? Non scherziamo, ragazzi.

E Maltinti cosa dirà?

Nel frattempo, mentre le scuse dei ragazzi si moltiplicano via social, Robertone ha convocato una conferenza stampa per domattina, anche se per adesso non si sa per cosa. L’augurio è di dover raggiungere la sala stampa per sentire qualcosa di importante, senza dovermi sorbire il solito “remiamo tutti nella stessa direzione”. Non per altro, ma perché già adesso tutti stiamo remando nella stessa direzione, senza bisogno di particolari sollecitazioni. Prova ne è soprattutto il confronto di sabato notte, fuori dal PalaCarrara, tra la Baraonda e la squadra, una chiacchierata civile dove i ragazzi non hanno chiesto la luna, ma solo impegno e ginocchia sbucciate, ovvero il minimo sindacale. Lo hanno chiesto con estrema chiarezza ma senza contestazioni, senza interrompere allenamenti, senza alzare i toni e senza creare tensioni. Bravissimi.

Se invece, tanto per esser chiari, il Pres intendesse convocare chi scrive di basket perché quel remare tutti nella stessa direzione debba essere inteso come chiedere di scrivere dei ragazzi ignorando o edulcorando la vergogna di sabato scorso, allora – io ovviamente parlo per me – casca male. Anche l’intelligenza di chi legge, oltre che lo sforzo di chi paga il biglietto o va in trasferta, deve essere rispettata.


La Redazione

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