Sanità e sociale  |  novembre 28, 2017

Festa fiorentina della Fondazione Turati: “La dignità della persona innanzitutto”

In 1.200 alla serata promossa all'Obihall di Firenze, per il secondo anno consecutivo. Il presidente Cariglia ha ricordato il lavoro quotidiano svolto dagli operatori dei centri socio-sanitari di Gavinana, Vieste (Puglia) e Zagarolo (Lazio). Nel corso della serata interventi di artisti e rappresentanti istituzionali, tra testimonianze di grande profondità e l’annuncio di nuovi progetti. Presto un nuovo centro della Fondazione nell’area metropolitana fiorentina

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Nicola Cariglia durante il suo intervento

FIRENZE – All’appello lanciato dalla Fondazione Turati, che per il secondo anno consecutivo ha promosso a Firenze una grande serata per affermare che la dignità della persona deve avere la priorità su tutto e ribadire il proprio impegno in campo sociale, hanno risposto in tanti.  Mille e duecento gli invitati che ieri sera, lunedì 27 novembre, hanno affollato il teatro Obihall superando barriere politiche, culturali, religiose e sociali nel nome dei principi che ispirano l’attività della Fondazione da oltre 50 anni. Ed è davanti a loro che la Turati ha annunciato nuovi, importanti progetti per continuare a tradurre tali ideali in realtà.

A breve un  centro anche a Firenze

«Per noi, porre al primo posto la dignità della persona ha un significato molto semplice, ma concreto. Non solo accorgersi degli altri e dei loro bisogni; ma, soprattutto farlo in modo che le persone si accorgano, avvertano che c’è attenzione nei loro confronti. Che nessuno è reietto, perché c’è pari dignità tra chi si prende cura e chi viene preso in cura», ha detto il presidente, Nicola Cariglia, ricordando nel suo intervento il lavoro quotidiano svolto dagli operatori dei centri socio-sanitari di Gavinana, Vieste (Puglia) e Zagarolo (Lazio). Centri ai quali presto se ne aggiungerà, com’è noto, un altro nell’area metropolitana fiorentina. Annunciata nel corso della serata anche un’importante collaborazione appena nata tra la Fondazione (in particolare il suo Comitato scientifico) e l’associazione Airalzh, che hanno scelto di unire le forze nel nome della ricerca sull’Alzheimer. L’impegno di entrambe si concretizzerà in borse di studio rivolte a giovani ricercatori impegnati sul fronte della lotta alle malattie neurodegenerative.

Un lungo elenco di ospiti

Lunga la lista degli interventi, a partire dagli ospiti e gli artisti che hanno intrattenuto i presenti. Sul palco si sono succeduti Paolo Hendel, David Riondino, Monica Menchi, Graziano Salvadori, Alessio Kagliostro, Sergio Forconi, I Ragazzi di’ sipario, Teresa e le sue danzatrici. Con loro anche il giornalista Domenico Guarino, che ha condotto la serata e raccolto dalla platea alcune toccanti testimonianze di dignità nella malattia. Ancor più lunga, invece, è la lista dei rappresentati istituzionali presenti tra i tavoli, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, agli amministratori dei territori in cui la Fondazione è operativa, dall’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani a medici e primari ospedalieri, passando per Athina Cenci e il giornalista Corrado Formigli.

Tanti spunti emersi dagli interventi

Ricerca e sperimentazione sul campo, ma anche progresso culturale e riscoperta di valori alla base delle maggiori conquiste sociali del passato. Tanti sono gli spunti emersi nel corso della serata, in riferimento ai progetti in cui la Fondazione – nella cui guida Cariglia è affiancato dalla costante presenza di Giancarlo Magni e Graziano Cioni – è impegnata. Da quelli che coinvolgono il Comitato scientifico, nato nel corso del 2017, alla collaborazione concordata con Dynamo Camp di Limestre, fino al ciclo di conferenze scientifiche dedicate alla memoria dell’oncologo Giancarlo Piperno in partenza il prossimo 2 dicembre. In fase di progettazione una collana editoriale, diretta dallo storico Zeffiro Ciuffoletti, sui temi del movimento riformista del ‘900. L’alta partecipazione registrata alla serata, intanto, fa ben sperare: «Ancora una volta è la prova che attorno ai valori veri, e profondamente avvertiti, si possono coagulare energie e risorse capaci di fare progredire la società e creare migliori condizioni di vita per tutti», è la conclusione di Cariglia.


La Redazione

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